
10 Lug Sardegna vuol dire Sughero!
Preparate le valigie… oggi vi portiamo nelle sugherete della Sardegna, uno spettacolo di rara bellezza e un vero polmone della nostra penisola!
Percorriamo insieme la strada che dalla Quercus suber, la quercia da sughero, porta al tappo, il migliore alleato del vino e della bottiglia! L’Italia vanta 225.000 ettari di foreste da sughero e il 90% si trova proprio nel nord della Sardegna, nell’incantevole regione della Gallura tra Tempio Pausania e Calangianus. Una terra magica e selvaggia … non è un caso se il cantautore Fabrizio de Andrè l’avesse scelta negli anni 70 come suo rifugio!
Una natura mozzafiato, che con i suoi alberi maestosi supporta la nostra tradizione enologica ma soprattutto la difesa del pianeta. Le foreste di sughero italiane aiutano l’ambiente, perché assorbono CO2, e anche la biodiversità perchè le querce, che sono ignifughe e combattono la desertificazione, offrono casa a molte specie animali.
Nelle sugherete la giornata inizia all’alba, quando entrano in scena i “bucadori”, gli esperti artigiani del sughero che celebrano il rito della decortica, l’estrazione della corteccia della quercia. Con un’ascia e incisioni precise l’albero viene “spogliato” della corteccia esterna, senza intaccarne i tessuti sottostanti o recare alcun danno. Gli “estrattori” conoscono, e si tramandano da anni, tutti i segreti per preservare la pianta e ottenere il pregiato sughero che darà vita poi ai tappi. Dopo averlo decorticato, i nostri eroi dipingono un numero indicante l’anno in cui è stata fatta l’estrazione e preparano le plance estratte per la stagionatura.
Dopo la visita nelle nostre sugherete, andiamo a vedere da vicino come si lavora il materiale in un sugherificio! Primo step: le plance vengono fatte bollire per essere pulite e appiattite. Vengono poi lasciate riposare per stabilizzarle e successivamente tagliate in larghe strisce. Esperti lavoratori perforeranno le plance lateralmente così da ottenere i tappi cilindrici di sughero naturale. I residui invece, saranno trasformati in granulato e utilizzati per la lavorazione dei tappi di sughero agglomerato.
I tappi passano ora alla fase di rettifica e di selezione, quest’ultima necessaria per definire le diverse qualità estetiche ed eliminare le difettosità. Successivamente vengono lavati e marchiati con inchiostri alimentari o a fuoco. Terminata la produzione, i tappi vengono confezionati in buste di plastica contenenti SO2 (Anidride solforosa), un gas che impedisce la proliferazione microbica.
La giornata di lavoro è terminata, è ora di gustarsi un buon vino locale e assaggiare le deliziose specialità della cucina gallurese! Eccoci serviti i Culurgiones, ravioli ripieni di ricotta e menta, i Macarrones de busa, tipici bucatini lavorati a mano con un apposito ferro allungato, e come desserts le Seadas, i golosi dolcetti sardi fatti di una sottile sfoglia cosparsa di miele e farciti con formaggio pecorino. Ed è solo l’inizio …
Vi abbiamo fatto venire voglia di partire? Le sugherete vi aspettano!